Valencia mood

Valencia mood

Spagna e spagnoli? Favolosi! La mia, è l’opinione di chi la sta vivendo solo di passaggio, anche se non frettolosamente da turista, e per il momento si è creata una bella chimica. Mi piace questa loro apertura mentale, il modo che hanno di vivere la strada e la loro socialità, e a questo proposito, vi parlerò della città di Valencia.

Prima di arrivare, abbiamo scelto sulla nostra fidata app, un parcheggio che facesse al caso nostro e abbiamo trovato un posticino un po’ lontano dal centro, davanti alla spiaggia e con una bellissima passeggiata sul lungo mare. Dopo aver parcheggiato, eravamo un po’ titubanti: camper, roulotte, van, tende e addirittura qualcuno che dormiva in macchina. Insomma non ci sentivamo tanto sicuri. In realtà si trattava di una piccola e tranquillissima comunità. Qualcuno come noi era di passaggio, ma la maggior parte delle persone vivevano li. Le nostre perplessità sono svanite nel giro di poche ore e quella è stata la nostra casa per una settimana.

Ho adorato stare qui, passeggiare sul lungo mare, entrare in una lavanderia a gettoni, usare i mezzi pubblici e usare un abbonamento ancora funzionante nonostante il piccolo giretto in lavatrice ed asciugatrice (vedi foto), gironzolare senza una meta ben precisa, ascoltare musicisti per le strade della città, lavorare con il mare a due passi, gustare deliziose tapas e provare ad assaggiare una vera paella valenciana senza risultati perché, pare, sia necessario prenotare con largo anticipo. Solo in un’occasione mi sono mangiata le mani: la sera prima di andare via, ci trovavamo in un localino vicino al centro e alla tv stavano trasmettendo un festival di musica, stile Woodstock, e dico a Giuseppe: ‘cavoli, che bello, mi piacerebbe trovarne uno mentre siamo in giro, informiamoci!’. Bene, la sera successiva ci mettiamo in moto per raggiungere Santa Pola, e poco prima di uscire da Valencia, passando davanti alla Città delle Arti e delle Scienze, ci accorgiamo che nel parco stava per iniziare un super mega concertone tecno … Nooooo!! Ma dove viviamo! Guardo su internet ma il biglietto costava 50 euro, fa niente, stiamo fuori, tanto si vede e sente lo stesso! Cerchiamo parcheggio! Nulla, neanche un buco, e il bestione di sette metri non aiutava … Ad una certa abbiamo rinunciato e proseguito per la nostra strada. Peccato, sarebbe stato divertente!

Valencia è una città graziosa, ma la sua bellezza, a mio parere, non sta tanto nel suo patrimonio artistico o nella sua architettura, ma nel suo mood, nella sua cultura e nelle persone. Trovo speciale il modo che hanno di salutarsi, chiacchierare tra di loro, ringraziare l’autista dell’autobus prima di scendere, riunirsi, fare aperitivi portati da casa seduti su un muretto di fronte al mare senza le scarpe e con i piedi nella sabbia, di fare sport all’aperto, di aprire un tavolino per strada per giocare a carte, o semplicemente sedersi ad ammirare il mare.

Purtroppo, sempre più spesso, ci fanno credere nella diffidenza, in un solo ed unico ‘giusto’, o addirittura nella paura verso il prossimo, soprattutto se diverso da noi per cultura, provenienza o semplicemente perché conduce uno stile di vita differente dal nostro e da quello che ci hanno sempre insegnato. In realtà, qui, e in generale, girando, non ho mai percepito la paura, o meglio, come nel caso del nostro arrivo a Valencia, ci siamo lasciati influenzare da un preconcetto. Il più delle volte ti ritrovi davanti a persone che ti sorridono, disposte a darti una mano e a qualcuno ti racconta la propria storia, ed è proprio in quel momento, con il confronto, che capisci che non esistono verità assolute o modi giusti o sbagliati di percorrere la propria vita. Insomma vale la pena conoscere, mettersi in gioco e talvolta uscire dalla propria comfort zone.

Grazie Valencia!