Un Pasteis de Nata all'alba

Un Pasteis de Nata all'alba

Dopo la nostra ‘wild full immersion’, torniamo alla civiltà: Lisbona.

Peschiamo dalla nostra app un parcheggio tranquillo che come al solito ci costringerà a fare milioni di kilometri per raggiungere il centro, ma che, come santo culo vuole, è dotato di una bellissima vista sulla città.

Non posso iniziare questo articolo senza parlare di una cosa di fondamentale importanza: il PASTEIS DE NATA. Si proprio lui. Si insinua nella tua vita in modo arrogante, sa di essere bello, affascinante ed irresistibile. Ti guarda pieno e fiero delle sue novemila calorie, consapevole del fatto che non sarai mai in grado di opporti alle sue avance. Si palesa ovunque, in ogni angolo, vetrina, cartellone pubblicitario e, come se non bastasse, nelle mani delle persone che incontri per strada. Uno strazio insomma. Non credo di avere il coraggio di dirvi quanti ne ho mangiati …

Ero già stata a Lisbona qualche anno fa; me ne sono rinnamorata come allora. In generale amo le città che affacciano o sono attraversate da acqua, le trovo più luminose, vitali e boh, forse con una marcia in più. Questo, però, è il personalissimo parere di una persona cresciuta a Milano.

Avendola, appunto, già vista e non avendo alcuna intenzione di fare file kilometriche per le classiche visite di rito, tra ore di lavoro e tempo libero, l’abbiamo vissuta totalmente a cazzeggio e siamo rimasti una settimana. I quartieri di Alfama e Graca, sono quelli che ho preferito, li ho trovati meno turistici rispetto ad altre zone che comunque vale la pena vedere. In generale, comunque, camminate e curiosate. L’allenamento oltretutto è assicurato ( raccontavo al mio senso di colpa ad ogni Pasteis de Nata)!

Con i mezzi ci si muove bene, ma dopo le 22:00 gli autobus e i tram sono pochi e i tempi di attesa sono infiniti. Io e Giuseppe ne sappiamo qualcosa …

Una sera, una di quelle normalissime, dopo tutta la giornata a zonzo, andiamo a mangiare in una tasca, dove finalmente riusciamo ad assaggiare delle deliziose sardine, e dopo cena finiamo a bere qualcosa in un localino, ma dopo esserci già seduti e aver ordinato, due ragazze, nel locale affianco, iniziano a suonare rispettivamente fisarmonica e ukulele. Ci siamo comunque goduti lo spettacolo a poca distanza e tra un sorso e l’altro, una chiacchiera, una risata, musica e canti, il tempo è volato e … non avevamo più mezzi per tornare al camper. Decidiamo di tornare ver so Praça do Comércio e prendere un taxi ma, una volta arrivati, dico a Giuseppe: “Dai, facciamo due passi lungo il fiume e poi nel caso lo prendiamo per strada.” Lui accetta. Camminiamo per circa mezzora finché non arriviamo in questa zona piena di gente, locali e discoteche. Penserete, siete quelli da “troppa gente di qua”, “troppo casino di là”, “Amiamo la natura” … figuriamoci se siete entrati. E invece sì! In un attimo siamo stati posseduti dai ‘noi’ ventenni e abbiamo ballato fino al mattino. Una serata di una truzzaggine inaudita.

Usciti dalla discoteca, riprendiamo la nostra camminata. La città era vuota e l’alba sarebbe arrivata a breve. Lo spettacolo era notevole, abbiamo ammirato tantissimi tramonti lungo il nostro percorso, ma poche volte ci siamo trovati davanti al sorgere del sole. Abbiamo approfittato della situazione per fare foto in posti dove solitamente è pieno di gente, per sederci di fronte al Tago e godere di quel bellissimo silenzio, ammirare la luce che lentamente avvolgeva la città e, ovviamente, per aspettare che una pasticceria aprisse e gustare l’ennesimo Pasteis de Nata!

Grazie Lisbona! Ci siamo persi nelle tue viuzze e abbiamo rassodato il sedere percorrendo le tue infinite salite; grazie per i tuoi mirador, i tramonti e per esserti mostrata all’alba, appena sveglia e con una luce diversa.