La forza della natura
Dopo aver lasciato Olhao, e con il 15 di agosto alle porte, rimettiamo in moto il bestione e ripartiamo alla volta di Sagres. Abbiamo saltato buona parte di costa per non trovarci imprigionati nella calca del periodo più affollato dell’estate.
L’idea iniziale era quella di visitare Cabo de São Vicente e il faro, per godere, comodamente, del meraviglioso panorama da cartolina che offre la costa dell’Algarve, ma ormai ci siamo rassegnati al fatto che siamo bravissimi a cambiare i piani all’ultimo minuto e che, il “comodamente”, non sempre ci piace. Il giorno successivo, infatti, eravamo pronti per un bel trekking di circa 3 ore (andata e ritorno), trovato sull’app Komoot, che da Cabo de São Vicente arriva a Praia do Telheiro. Ci diciamo, visto che il percorso parte da lì, possiamo comunque andare a vedere il faro, ma come tradizione vuole, immancabili impalcature lo coprivano totalmente … Amen, la nostra meta era ormai un’altra.
Ci addentriamo lungo la Rota Vicentina (contrassegnata da due strisce, una verde e una azzurra). Secondo l’app, la difficoltà del percorso è intermedia, ma a noi è sembrata abbastanza semplice, eccetto l’ultimo tratto e la discesa alla spiaggia.
Camminando, camminando (come dice la canzone), il paesaggio assume forme meravigliose e si colora di tinte incredibili; le sfumature sono così tante che è impossibile descriverle. Sotto i nostri piedi scogliere vertiginose, davanti a noi l’orizzonte appare infinito e poi lui, l’oceano! Un’enorme vastità d’acqua che ti mozza il fiato. Mi impressiona pensare che, oltra la linea dell’infinito percepita da noi, andando sempre dritto, la prima cosa che si raggiunge, sono gli Stati Uniti, e nel mezzo, “solo” oceano.
Raggiunta Praia do Telheiro, ci affacciamo su questa enorme e splendida spiaggia: mare cristallino e pochissime persone. Wow! Non come in altre occasioni, dove ti fai il culo per raggiungere la caletta dei tuoi sogni, quella che stai bramando da mesi, e al tuo arrivo trovi mille milioni di barche per turisti e neanche un buco in spiaggia per poter mettere il tuo piccolo asciugamano.
Detto ciò, felici come bimbi, scendiamo verso la spiaggia, cercando di non ruzzolare rovinosamente, stendiamo i nostri teli, ci togliamo i vestiti e corriamo verso l’acqua … PORCA VACCA! E GELIDA! Ok, un bel respiro, un po’ di coraggio, una leggera rincorsa e sono immersa nell’acqua (solo io, Giuseppe ci ha messo qualche ora in più … 😊). Se non muori all’istante per ipotermia, dopo qualche secondo diventa piacevole, e poi si sa, l’acqua fredda fa bene alla pelle e alla circolazione.
Altro fenomeno interessante da non sottovalutare, è l’alta marea. All’arrivo avevamo davanti una spiaggia gigantesca, ma verso le 16, era la metà e, se non lo sai, in un attimo, tu, il tuo asciugamano e il tuo zaino sarete sommersi dall’acqua.
Soddisfatti della nostra giornata, ripercorriamo la strada fatta la mattina, torniamo verso Cabo de São Vicente, saliamo sul camper e ci dirigiamo verso Praia da Bordeira. Anche qui, uno spettacolo: dune di sabbia, spiaggia enorme, oceano e surfisti in acqua. Potrei risultare ripetitiva, ne sono consapevole, ma anche per questa tappa avevamo letto recensioni negative sui parcheggi e sulla possibilità di essere cacciati dalle forze dell’ordine, ma forse chi ha scritto i commenti negativi, ha dimenticato di specificare che magari aveva parcheggiato in modo poco consono alla situazione o forse un po’ pericoloso per lui e per la circolazione. Ribadisco, informarsi è giustissimo, ma va bene anche rischiare e vedere con i propri occhi. Abbiamo passato qui due notti in totale relax, ma sarebbe stato uno spreco non goderci un altro tratto di Rota Vicentina, quindi è di nuovo trekking. Lasciamo Bordeira e ci dirigiamo verso Azenha do Mar, punto di partenza del nostro percorso con destinazione Praia dos Machados. La camminata è stata più impegnativa rispetto alla precedente ma, caspita, che figata pazzesca! Trovarsi in mezzo a tutta quella meraviglia è disarmante, ci si sente così piccoli … siamo così piccoli …
Il 15 e 16 agosto, decidiamo di sparire dalla costa e ci rintaniamo in un camping sulle sponde del lago Odivales ed, essendoci goduti i giorni precedenti, apriamo i pc e lavoriamo. Il posto era estremamente tranquillo e la sera, con la quasi assenza di inquinamento luminoso, riuscivamo a vedere milioni di stelle e si, anche qualcuna cadente! La notte del 16, da buoni romanticoni, andiamo alla spiaggia sotto di noi e ci sdraiamo. La tv trasmetteva in diretta “cupola di stelle sulla nostra testa e mezza luna rossa che spunta dal cielo con riflesso sul lago”. Ne consiglio la visione!
Oggi, ringrazio l’Algarve perché è riuscito a sorprendermi nonostante io ci fossi già stata, e nonostante le premesse poco rassicuranti. Inoltre ringrazio Madre Natura per tutto ciò che riesce a fare e per gli spettacoli che riesce a regalarci anche se non sempre lo meritiamo. GRAZIE!



































































































